Ci sono solo due tipi dei reclutatori.
Tu sei l’uno o l’altro.
E il gruppo in cui ti trovi decide il tuo futuro di reclutamento.
In primo luogo, ci sono ‘reclutatori onesti‘.
Onesto sulla loro capacità. Il loro sforzo. I loro comportamenti. Il loro temperamento.
Sono consapevoli dei loro difetti, debolezze e fallimenti. E sono pronti a lavorarci sopra. Per migliorare, crescere ed evolvere.
Reclutatori onesti non incolpare mercato per le loro scarse prestazioni. Non parlano di “sfortuna”. Non incolpano il database, i colleghi, il capo, il mercato allo scoperto dei candidati o qualsiasi altra cosa.
Sono onesti. Sanno che il lavoro è duro e sanno che possono controllare gran parte di ciò che determina il successo e su cui si concentrano gestire quei fattori. Sanno che un’attività costante e di alta qualità porta al successo. E quando falliscono o ottengono prestazioni inferiori, ammettono che la loro attività, qualità o entrambe sono troppo basse.
Si stressano, hanno dubbi, sentono il dolore delle offerte rifiutate, delle controproposte accettate e hanno mesi difficili. Ma non deviano, incolpano, si lamentano, accusano o puntano il dito.
Rimbalzano.
Cercano di imparare, migliorare, lavorare di più ed essere più intelligenti.
Sono onesti. Potrebbero credere di essere buoni, ma anche loro sappi che non sono eccezionalie adoperarsi per continui miglioramenti.
Poi c’è il altro tipo di reclutatore.
Il ‘reclutatori disonesti.
Essi non sono reclutatori non etici o loschi.
Stanno solo prendendo in giro se stessi e in a costante bolla di negazione.
Nessuna autocoscienza.
Sempre impantanato in emozioni sprecate.
Raccontandosi tutte le enormi bugie che spiego qui.
Si costruiscono. Si prendono il merito. Si fanno notare da soli.
Si pavoneggiano.
E quando le cose vanno male e non c’è nessun posto dove nascondersi (perché il reclutamento è così bello nella sua chiarezza e misurabilità), incolpano. Tutti e tutto.
Sono su un tapis roulant di mediocrità e negazione, e niente è sempre tcolpa dell’erede.
E quando va bene, si prendono tutto il merito. E spesso, questo viene fornito con i tratti brutti di arroganza e diritto. Ma quando vengono sfidati su questo comportamento, rimangono scioccati e negano tutto.
Perché sono disonesti.
E alla fine, il castello di carte crolla e loro falliscono.
Oppure il mercato cambia e, come l’Imperatore senza vestiti, vengono smascherati come reclutatori superficiali con competenze limitate.
Che di per sé non è un crimine.
Ma non possederlo lo è.
E poi se ne vanno. In un diluvio di lacrime, recriminazioni e vendetta.
E incolpare ‘reclutamento’ mentre la porta sbatte dietro di loro.
Essere onesti.
Con te stesso.
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